AMBRA
Quest’anno il caldo non sembra voler mollare la presa. Le idee e i pensieri rimangono sospesi in un”limbo” torrido. Ma improvvisamente il climatizzatore ha ripristinato l’amata normalità.
È bello pensare ai viaggi,comodamente seduta; solitamente quando sono fuori dalla mia”confort zone” è così grande il desiderio di trovare l’oggetto particolare che non accuso fatica o stanchezza. L’ambra, per me,è sempre una piacevole sorpresa. Non né esistono di uguali, la forma o il colore possono assomigliarsi ma finisce tutto lì. Sono pochi gli oggetti che ho recuperato in questi anni,perché devono piacermi veramente. Se non scatta la voglia di averli tra le mani, lascio perdere. Collane, bracciali o ciondoli devono incantarmi e incuriosirmi per forme e trasparenze. A volte, al suo interno,l’ambra può racchiudere frammenti di vita preistorica;
vegetali o piccoli insetti sospesi nel tempo. All’epoca di Jurassic Park,insieme agli amici del liceo,sono andata a Milano per vedere il film. Ricordo lo spavento e la grande curiosità che mi teneva inchiodata alla poltrona. Conosciamo tutti la trama del film, molto fantasiosa ma supportata da grandi ipotesi scientifiche. Tornando alla realtà, mi ricordo un articolo letto anni fa su una importante scoperta. In Birmania ci sono molti mercati per la vendita di Ambra. Tra i tanti banchi con merce, uno scienziato che stava facendo un giro, si è imbattuto in una fantastica sorpresa;ai suoi occhi esperti quello che poteva sembrare un ciondolo con all’interno una pianta ha fatto scattare la scintilla. Dopo aver acquistato il monile, tornato a casa lo osserva al microscopio elettronico; aveva intuito di avere per le mani qualcosa di eccezionale. Nei giorni seguenti,insieme ai colleghi dell’Universita’ di Geoscienze controlla con macchinari sofisticati l’Ambra, all’interno era visibile una microscopica membrana di coda di dinosauro,una rivelazione importantissima. Per quanto mi riguarda, in un prossimo futuro spero di perdermi tra i banchi di quel mercatino in Birmania.
UN ALBERO FRONDOSO
Durante la stagione estiva,mi è capitato spesso di parcheggiare l’auto al sole;dopo poche ore entrare nell’abitacolo è traumatizzante. Un giorno ho trovato un posto “fantastico”, sotto le fronde di un grande pino, che dal giardino della scuola, ombreggia la strada con i suoi smisurati rami. Colpita dall’incredibile opportunità,ho parcheggiato subito. Il giorno seguente,la strada era tutta occupata,ma il “posto” era libero e aspettava solo il mio arrivo. In breve,l’altra peculiarità della secolare conifera è il rilascio di una resina profumata e appiccicosa; toglierla dalla carrozzeria dell’auto è stata un’impresa.
Alcune piante producono questa sostanza per necessità;un ramo tagliato stimola l’albero a produrre la resina,che disinfetta la ferita e aiuta la cicatrizzazione.
Certamente milioni di anni fa, gli animali che abitavano il nostro pianeta prima della glaciazione,convivevano con le resine. Alcuni di loro attirati dall’odore,rimanevano intrappolati nella secrezione vischiosa degli alberi; altri si allontanavano,perché non gradivano il profumo.
Nel nostro passato esistevano già dei tipi di conifere;quelle antiche piante come le nostre,avevano una crescita lenta rispetto alle decidue. Per questo si erano organizzate e per sopravvivere,producevano la resina.
AMBRA,UNA RESINA FOSSILE
È vecchia milioni di anni e si è formata tra strati di sedimenti;compressa e modificata, ha colori caldi,dal giallo oro all’arancio sfumato.
È difficile rimanere insensibili al suo fascino,il rimando è ad un passato così lontano ma pieno di incredibili sorprese. Attraverso le sue trasparenze,come in una foto che coglie l’attimo, vegetali o piccoli animali si mostrano a noi sospesi nel tempo. Il processo che ha dato forma all’ambra è stato lunghissimo e ricco di cambiamenti climatici; la sua composizione è eterogenea, stessa sostanza ma in uno stato diverso.
Come l’acqua prima di solidificarsi e diventare ghiaccio, anche la resina muta il suo aspetto e diventa dopo un tempo lunghissimo Ambra .